Il Soffio
氣
Questo ideogramma descrive uno dei concetti cardine per la medicina cinese; la traduzione è praticamente impossibile, tanto è vero che generalmente non lo si traduce, continuando a chiamarlo con il suo nome, Qi, pronunciato “ci”.
(La parola ideogramma è utilizzata impropriamente, bisognerebbe dire sinogramma; ma l’approfondimento di questo aspetto mi allontanerebbe dall’argomento di cui si tratta, quindi continuerò ad usare questa, che è la più conosciuta).
Il termine Qi indica una moltitudine di possibili significati, più o meno materiali e concreti. Nell’ambito della medicina, ad esempio, il Qi di un organo rappresenta il suo aspetto funzionale; il Qi costituisce anche una delle tre costituenti basiche dell’organismo umano, insieme al Jing e allo Shen, tre sostanze la cui presenza e il cui funzionamento regolari garantiscono che il corpo sia in buona salute.
Questo termine si utilizza anche con una sorta di significato base, una accezione fondamentale che sottende tutto il resto. Viene comunemente tradotto come “energia”, ma molti concordano che questa traduzione sia abbastanza fuorviante, assimilandolo ad un concetto occidentale che non lo rappresenta adeguatamente.
Si ritiene invece che una delle traduzioni più adeguate sia “soffio“. Jeffrey Yuen, monaco taoista, che diffonde gli insegnamenti della Medicina Cinese Classica, dice inoltre che il Qi è relazione. Mi sono chiesta spesso il motivo della traduzione con soffio; e anche in che senso il Qi potesse essere relazione. Quello che segue è il modo in cui mi sono risposta, che anche se solo in parte (sul soffio c’è sicuramente altro da dire) dà un’idea di base da cui cominciare.
L’universo, per il pensiero cinese dell’antichità, si basa su due principi contrapposti, reciproci e trasformantesi continuamente uno nell’altro: lo Yin e lo Yang, di cui si parlerà più approfonditamente.
Nel momento in cui il pensiero, duale, necessitando di due punti d’appoggio (abbiamo due gambe, dopotutto), concepisce le due manifestazioni fondamentali dell’universo, immediatamente e inevitabilmente tra queste due manifestazioni si crea una relazione.
“Dal due nasce il tre”, dice il Daodejing: la relazione tra una cosa ed un’altra è implicita nell’esistere delle due cose stesse.
Lo spazio tra due, siano esse cose, enti, oggetti, concetti, lo spazio tra due “qualunque cosa”, è ovviamente separazione. Ma, ecco la peculiarità di questo pensiero, è insieme unione: come il mare che separa dall’isola e allo stesso tempo è il mezzo che permette di raggiungerla. Questa separazione-unione è infatti soprattutto movimento: il movimento da una all’altra e viceversa.
Immagina di staccare due oggetti appiccicati tra di loro: l’aria intorno vortica e si precipita nel mezzo, arrotolando la distanza in movimenti circolari che rimettono in contatto il separato.
Ecco cos’è il Soffio: un movimento che si crea nel momento stesso della separazione, che va in senso opposto alla separazione stessa, e che riempie di unione la distanza.